08 febbraio 2022

PARERE CNSA: CONOSCENZE ATTUALI E SUGGERIMENTI PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLA DIFFUSIONE DELL’ECHINOCOCCOSI CISTICA

È stato pubblicato il nuovo parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA) sull’ Echinococcosi cistica al fine di assicurare il contenimento della parassitosi e di sensibilizzare ed informare i cittadini e gli operatori sanitari coinvolti.

L’echinococcosi cistica (EC) è una malattia cronica disabilitante di origine parassitaria, diffusa in tutto il mondo e storicamente endemica in Italia, che coinvolge l’uomo, i cani, gli animali da reddito, i prodotti alimentari e l’ambiente.

In Italia risulta essere la seconda zoonosi causa di ospedalizzazione (n. 900 casi all’anno) con un costo di 4 milioni di euro l’anno senza contare le perdite economiche dovute alla riduzione della produzione lattea negli animali da reddito.

L’analisi del CNSA ha individuato diverse criticità che rendono l’EC una malattia orfana, cioè non studiata approfonditamente e/o per la quale non esiste ancora un trattamento specifico:

  • Sotto-notifica dei casi sottoposti a intervento chirurgico senza diagnosi specifica e a maggior ragione nei casi che non sviluppano sintomi o che non necessitano di chirurgia;
  • Carenza informativa al macello a causa della mancanza di indagini specifiche sugli organi scartati all’ispezione post-mortem;
  • Mancanza di metodiche sierologiche specifiche di diagnosi e impraticabilità di quelle strumentali legate ai costi elevati;
  • Mancanza di un vaccino registrato in Europa per gli animali da reddito e incertezza sull’efficacia di un vaccino destinabile agli ospiti definitivi.
  • Difficoltà nello svolgimento dell’analisi epidemiologica di EC inerenti all’identificazione e la quantificazione delle principali vie di trasmissione all’uomo.

Alla luce delle peculiarità di EC e delle numerose criticità illustrate il CNSA raccomanda:

1. Interventi formativi per gli operatori sanitari allo scopo di:

  • Sensibilizzare il settore medico sull’importanza della patologia e sulla necessità di una corretta identificazione e notifica dei casi;
  • Informare il settore medico su terapie alternative alla chirurgia laddove questa possa essere evitata con un approccio alle caratteristiche del singolo caso (numero, dimensione, sede e tipologia delle cisti secondo la classificazione OMS);
  • Sensibilizzare il settore veterinario sulla necessità di una corretta registrazione dei riscontri al macello e sull’importanza di un adeguato e tempestivo scambio di informazioni tra area A e B dei servizi veterinari;
  • Creare una sinergia tra settore medico e veterinario nei confronti di una patologia che è il perfetto esempio di “one health”.

2. Studi integrati sulla contaminazione delle possibili fonti di infezione e sulle abitudini socioculturali che contribuiscono alla trasmissione della patologia in aree endemiche;

3. Programmi di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza circa l’educazione sanitaria e le misure di prevenzione primaria, soprattutto di specifici gruppi (pastori, allevatori, cacciatori, ecc) al fine di promuovere l’attuazione di trattamenti antiparassitari e l’applicazione di buone norme igieniche di carattere generale;


4. Sviluppo di test per la diagnosi sierologica (sia nell’uomo che negli animali) e di vaccini per ospiti intermedi e definitivi.

 

Leggi il parere del CNSA