30 aprile 2021

RESIDUI DI PESTICIDI NEGLI ALIMENTI: RAPPORTO EFSA 2019

L’EFSA ha recentemente pubblicato il rapporto annuale EFSA sui residui di pesticidi negli alimenti relativo all'anno 2019.

Nel suo rapporto annuale, l'EFSA analizza i risultati sia dei piani nazionali di controllo (PN), sia del programma di controllo coordinato dall’UE (EUCP), in forza del quale i Paesi dichiaranti analizzano campioni dello stesso “paniere” di prodotti alimentari (lo stesso gruppo di prodotti viene monitorato ogni 3 anni).

I DATI EUROPEI

I dati elaborati nel rapporto derivano da 96.302 alimenti campionati (+5,8% rispetto al 2018 e +9,1% rispetto a 2017) nei 28 Stati membri dell’UE, da Islanda e Norvegia.

Il 3,9% (nel 2018 era il 4,5%) dei campioni totali analizzati ha superato il livello massimo residuale (LMR). Il 2,3% di tutti i campioni analizzati (2.252 campioni) è stato considerato non conforme. Questo valore è inferiore a quello del 2018 (2,7%), considerando l'incertezza di misurazione.

Nell’ambito del programma europeo (EUCP), per il 2019, sono stati analizzati 12.579 campioni. Gli LMR sono stati superati nel 2% dei campioni (241 campioni), l'1,0% dei quali (120 campioni) è risultato non conforme in base all'incertezza di misura. I campioni sono stati analizzati per 182 residui di pesticidi: 158 in alimenti di origine vegetale e 8 in alimenti di origine animale (16 residui sia in alimenti di origine vegetale che animale). 

Nell’EUCP sono stati analizzati 12 diversi prodotti alimentari: mele, cavoli cappucci, lattuga, pesche, spinaci, fragole, pomodori, chicchi d'avena, chicchi d'orzo, vino (rosso o bianco), latte vaccino e grasso suino. Poiché la maggior parte dei 12 prodotti alimentari selezionati era stata inclusa anche nell'EUCP del 2016, dal confronto tra il tasso di superamento dei singoli LMR è emerso un aumento di questo parametro dal 2016 al 2019 per fragole (dall'1,8% al 3,3%), cavoli cappucci (dall'1,1% all'1,9%), uva da vino5 (dallo 0,4% allo 0,9%) e grasso suino (dallo 0,1% allo 0,3%). Tuttavia, il tasso di superamento è diminuito nel 2019 rispetto al 2016 per le pesche (da 1,9% a 1,5%), la lattuga (da 2,4% a 1,8%), le mele (da 2,7% a 2,1%) e i pomodori (da 2,6% a 1,7%). Il latte bovino rimane stabile, senza superamenti degli MRL in entrambi gli anni.

Considerando i Paesi di origine degli alimenti, il 63,4% dei campioni deriva da prodotti provenienti da Stati membri dell’UE, Islanda e Norvegia e, di questi, l’1,3% è risultato non conforme. Per quanto riguarda i campioni derivati da prodotti provenienti da Paesi terzi (il 25,3% dei 96.302 campioni), il 5,6% di essi è risultato non conforme. Il 11,3% dei prodotti campionati non ha origine nota.

Per quanto riguarda gli alimenti destinati all’infanzia, nel 97,8% dei campioni non sono stati rilevati residui quantificabili (rispetto al 90,3% del 2018) ed il tasso di superamento degli LMR è rimasto all'1,3% come nel 2018, con il 0,3% di campioni non conformi. In un caso cinque residui di pesticidi sono stati segnalati nello stesso campione.

Per gli alimenti biologici, su 6.048 campioni analizzati, il tasso di superamento degli LMR è dell’1,3% (stabile rispetto all'1,4% dell’anno precedente), con il 0,5% di campioni non conformi.

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pesticidi maggiormente rilevati oltre il LMR risultano:

  • Nicotina, principalmente negli ortaggi a foglia (lattuga, insalate di mais, spinaci, cavolo)
  • Chlordecone (vietato in UE ed inquinante organico persistente POP - Persistent Organic Pollutants), rilevato in campioni di radice di manioca provenienti da territori francesi d'oltremare (Guadalupa e Martinica) e in 300 campioni (principalmente) di grasso bovino e suino di origine sconosciuta.
  • Antrachinone, principalmente nei tè provenienti dalla Cina e in mate dall'Argentina.
  • Carbendazim, principalmente in peperoncini, riso e fagioli (con baccelli).
  • Dimetoato, una sostanza approvata che non è stata rinnovata il 30 giugno 2019.

Nel 2019, il glifosato è stato ricercato da 26 Paesi. Complessivamente, sono stati analizzati 13.336 campioni di diversi prodotti alimentari (compresi i prodotti trasformati): 165 di alimenti per l’infanzia e 1.028 di alimenti di origine animale (compreso il miele). I risultati dimostrano che nel 97% dei campioni il glifosato non è stato quantificato e solo in 12 campioni (0,1%, come nel 2018) i livelli di residui hanno superato l'MRL. I residui di glifosato non sono stati quantificati in nessun campione di alimenti per bambini

I DATI ITALIANI

L'Italia ha analizzato 11.200 campioni e ha focalizzato i programmi di controllo nazionali principalmente sui prodotti di origine nazionale o UE (l’86,3% di tutti i campioni prelevati). Per numero totale di analisi effettuate, l'Italia si colloca al terzo posto tra i Paesi europei, dietro la Germania e la Francia. Considerando invece la sommatoria di tutte le analisi effettuate sui prodotti provenienti da un determinato Paese (analisi interne + analisi sui prodotti esportati svolti dalle autorità degli altri Paesi) gli alimenti italiani risultano al primo posto per numero di controlli subiti, con 11.987 campioni analizzati (il 12,44% dei campioni totali del report EFSA).

L’2,4% dei prodotti italiani analizzati è risultato contenere residui di pesticidi oltre i limiti di legge, con l’1,2% di non conformità.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO PESTICIDI NEGLI ALIMENTI

Come lo scorso anno, l’'EFSA ha effettuato una valutazione del rischio alimentare basata sull’EUCP. Sia per l’esposizione di breve termine (acuta), sia per quella di lungo termine (cronica). L'Autorità ritiene improbabile che ci sia problemi per la salute dei consumatori. Tuttavia, per la valutazione acuta, nella prossima relazione svilupperà un nuovo approccio basato sulla modellazione probabilistica a singole sostanze per effettuare valutazioni del rischio più approfondite.

Leggi il REPORT EFSA 2019