11 febbraio 2019

CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORIA IN ALLEVAMENTO E CONTROLLI UFFICIALI. INDICAZIONI OPERATIVE

A seguito dei risultati degli audit effettuati dalla DG AGRI e dal FVO nel 2017, il Ministero della Salute in collaborazione con le Regioni, ha provveduto a predisporre delle nuove check-list sui Criteri di Gestione Obbligatoria (CGO) con relative istruzioni per tutti i campi di competenza veterinaria.

Le nuove liste di riscontro, non molto diverse da quelle utilizzate negli anni precedenti, si inseriscono in un contesto di controlli ufficiali che già in passato a livello ASL risultava basato su piani di controllo emanati sempre dal livello centrale, che prevedono a loro volta strumenti di controllo che in parte si sovrappongono a quelli previsti per i CGO. 

Le molteplici finalità (sicurezza alimentare ed erogazione di finanziamenti) di questo tipo di controlli richiedono un livello di attenzione ancora maggiore di quello previsto per i normali controlli: il processo di verifica che porta alla espressione del giudizio (FAV-SFAV, A-B-C) deve infatti essere il più possibile standardizzato e trasparente in modo che le eventuali ri-verifiche effettuate da altri Enti (es. Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura) possano pervenire, con lo stesso campionamento e le stesse evidenze, alle stesse risultanze. È pertanto indispensabile documentare la verifica mediante una relazione “ex art.9” (SCU) che riporti in modo dettagliato le attività effettivamente svolte con le relative evidenze previste dalle check list ministeriali solo a fronte di non conformità.

Tenuto conto dell’impatto economico e di immagine, legato al sistema dei controlli veterinari per le filiere produttive nazionali, e della responsabilità dei colleghi libero professionisti che sono chiamati sul campo a svolgere una delicata e complessa attività, nell’ottica di fornire un supporto all’allevatore per ottemperare ai requisiti CGO declinati dalle check list ministeriali, si è ritenuto necessario provare a definire delle istruzioni mediante un processo che ha visto la partecipazione (con una condivisione di esperienze e conoscenze, mediante lo strumento della tecnica Delphi) di colleghi ASL e di Libero professionisti.

L’obiettivo è stato quello di definire, per ogni voce, gli adempimenti per l’allevatore e le modalità di verifica con la categorizzazione delle risultanze, sia secondo lo schema concordato con l’Autorità competente per le erogazioni in agricoltura (AGEA a livello nazionale), sia sulla base dello schema previsto dalle linee guida reg.CE 882/04 al fine delle prescrizioni ed eventuali sanzioni. 

È opportuno ricordare che tale attività rientra, ai sensi del Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, articolo 25: “Obblighi di pubblicazione concernenti i controlli sulle imprese”, tra gli obblighi di trasparenza degli organi deputati a svolgere attività di controllo ufficiale.

Per predisporre le istruzioni è stata effettuata una ricognizione di tutta la normativa e della documentazione disponibile (allegato 1) a livello nazionale (istruzioni ministeriali, manuali CRENBA, manuali approvati dal Ministero per l’autocontrollo, manuali predisposti dalla Regioni, ecc.) sulla base delle quali sono stati predisposti dei documenti in bozza che sono stati successivamente sottoposti ad una valutazione da parte di colleghi, sia addetti ai controlli ufficiali sia libero professionisti, con una buona conoscenza delle realtà di allevamento delle differenti specie considerate.

Rientrando nell’ambito del sistema dei controlli ufficiali si è inoltre tenuto conto in modo prioritario del quadro normativo (obblighi di legge) utilizzando il "Non Applicabile" (NA) per requisiti riferibili a buone pratiche volontarie, ma non cogenti e quindi non soggette ad un giudizio da parte dei servizi veterinari delle ASL.

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