14 marzo 2023

FOCOLAIO DI TRICHINELLOSI IN PUGLIA

Torna attuale il rischio trichinellosi umana legato al consumo di carne a causa della recente notizia di un focolaio legato al probabile consumo di carne di cinghiale infetta. Si apprende da vari quotidiani che le persone colpite risultano una decina (di cui 5 casi confermati) e che tutti presentano sintomi lievi trattati presso il proprio domicilio.

Il Servizio veterinario dell’ASL di Foggia è attualmente al lavoro per individuare l’origine di questa infestazione parassitaria. Sono state anche controllate le macellerie locali, senza riscontrare ad oggi alcun caso di positività tra i campioni di carne prelevati.

Cos’è la trichinellosi                                                             

La Trichinellosi è una malattia parassitaria causata da un nematode del genere Trichinella in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili, soprattutto se animali carnivori oppure onnivori (es. volpe, lupo, faina, cane, gatto, maiale, cinghiale e equino). Il contagio per gli animali e l’uomo avviene per via orale tramite l’ingestione di carne infestata di suidi (selvatici o domestici) oppure equina cruda o poco cotta. 

Quali sono i sintomi per l'uomo

I sintomi clinici nell’uomo sono molto variabili, da inapparenti a particolarmente gravi, come nei casi di miocardite parassitaria con possibile decesso per sindrome infartuale. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

I controlli sulle carni

Il rischio di mangiare carne suina o equina infestata da Trichinella, in Italia come nel resto d’Europa, è quasi del tutto irrilevante. Tutte le carcasse di suini ed equini macellate presso un impianto di macellazione oppure a domicilio e le carcasse dei cinghiali cacciati vengono sottoposte ad un esame trichinoscopico sistematico teso ad accertare l’eventuale presenza del parassita.

Comportamenti per prevenire la trichinellosi

  • Il consumatore deve acquistare sempre le carni presso un rivenditore di fiducia, che si approvvigioni da macelli riconosciuti;
  • Nel caso di cessione da parte dei cacciatori di piccole quantità di carni di cinghiale oppure di suini macellati a domicilio, è bene assicurarsi che gli animali siano stati sottoposti all’analisi per la ricerca del parassita;
  • È buona regola consumare la carne (soprattuto quella suina, equina e di animali selvatici) sempre ben cotta: le eventuali larve presenti vengono inattivate o distrutte dal calore (sono sufficienti 3 minuti a 70°C al cuore del prodotto);
  • Se non si vuole cuocere la carne, ma non si è sicuri che sia stata sottoposta ad esame trichinoscopico, occorre congelarla per almeno 1 mese a -15°C. La salatura, l’essiccamento, l’affumicamento e la cottura nel forno a microonde della carne, invece, non assicurano l'uccisione del parassita.

Leggi l’opuscolo della Valle d'Aosta 

Leggi l’opuscolo della Liguria

Consulta il sito International Commission on Trichinellosis

Consulta il sito Laboratorio Europeo di Riferimento per i Parassiti