03 luglio 2022

ANTIMICROBICI NEGLI ANIMALI IN CALO IN TUTTO IL MONDO: PUBBLICATO IL REPORT WOAH

L’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (WOAH, ex OIE) ha pubblicato il sesto rapporto annuale sull’uso degli antimicrobici negli animali. L’andamento, come riportato anche nel report precedente, è in discesa: nel dettaglio, tra il 2016 e il 2018 si è verificato un calo del 27% (da 120,41 mg/Kg nel 2016 a 87,58 mg/Kg nel 2018). Il rapporto raccoglie i dati 157 di Paesi (155 Membri dell’OIE, un territorio non contiguo di un Membro dell’OIE e un Paese non Membro).

I dati presentati stimano che, nel 2018, la quantità totale di agenti antimicrobici utilizzati negli animali sia oscillata tra le 69.455 e le 76.704 tonnellate. Complessivamente, le tetracicline sono rimaste l'agente antimicrobico più utilizzato (40,5% della quantità totale), seguite dalle penicilline (14,1% della quantità totale). 

Se si considerano solo gli animali terrestri destinati alla produzione di alimenti, le penicilline e le tetracicline rimangono le molecole più utilizzate (rispettivamente il 21,1% e il 19,4% della quantità totale) tra i 37 Paesi che hanno trasmesso dati. Per quanto riguarda l’acquacoltura, invece, i dati provengono solamente da 13 Paesi e riportano al primo posto gli amfenicoli, considerati VCIA (antibiotici veterinari di importanza critica) e poi le tetracicline.

Per quanto riguarda l'uso di antibiotici negli animali da compagnia, soprattutto cani e gatti, seguiti da uccelli ornamentali, conigli ed equini, le penicilline sono state la classe antimicrobica più segnalata, seguite da aminoglicosidi, sulfonamidi e polipeptidi. Questi antimicrobici sono tutti VCIA, tranne i polipeptidi che sono considerati antibiotici veterinari di elevata importanza (VHIA).

I dati relativi alle quantità di antibiotici vengono analizzati in relazione alla popolazione animale interessata e normalizzati attraverso l'uso della biomassa animale (agenti antimicrobici in mg/biomassa animale in kg). Quest’ultima risulta essere un ottimo indicatore per il monitoraggio globale delle vendite di antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimenti. Essa, infatti, consente di confrontare i dati tra diversi settori, regioni e anche nel tempo. Dal 2014 al 2018 la biomassa animale stimata è passata dal 29% al 72% nei Paesi valutati dalla WOAH.

Infine, un altro dato importante riguarda l'uso di antimicrobici come promotori di crescita, che nel 2020 non è più praticato dal 75% dei Paesi coinvolti nel report, mentre è ancora segnalato nel restante 25%.

La WOAH incoraggia i Membri a continuare i loro sforzi per implementare le politiche sull'uso degli antibiotici negli animali terrestri e acquatici, rispettando gli standard intergovernativi dell'OIE (ora WOAH), comprese le raccomandazioni per la graduale eliminazione del loro utilizzo come promotori di crescita in assenza di analisi del rischio.

Per approfondimenti leggi il VI Rapporto sull’uso degli antimicrobici negli animali