24 marzo 2016

CONFERMATO UN CASO DI MUCCA PAZZA (ENCEFALOPATIA SPONGIFORME BOVINA O BSE) IN UN BOVINO FRANCESE

La conferma da parte della Autorità Sanitarie francesi, ripresa dai media, di un caso di encefalopatia spongiforme bovina in una vacca morta nella regione delle Ardenne, fornisce l'opportunità per fare il punto su una malattia degli animali, trasmissibile all'uomo, che ha destato e desta grandi preoccupazioni nell'opinione pubblica. 

I primi casi di Encefalopatia Spongiforme del bovino sono stati segnalati nel corso del 1985 in Inghilterra a seguito di ricerche legate all’aumento di sindromi neurologiche e di mortalità degli animali. In un primo tempo la malattia è stata sottovalutata. Le stime nel Regno Unito ipotizzano che un numero stimato tra i 700.000 e 900.000 bovini infetti siano probabilmente entrati, in quegli anni, nel circuito dell’alimentazione umana.

L’agente causale è stato identificato in una proteina simil-virale definita “prione” proveniente da una malattia dell’ovino, la “Scrapie”, o da una preesistente patologia del bovino, che si è diffuso negli animali, incrementando i casi di malattia nei bovini, attraverso le farine di carne ed ossa di ruminanti aggiunte ai mangimi come supporto di proteine, in particolare nelle vacche da latte, dagli anni ’80 fino al 1994. La possibilità del prione di generare la patologia su grande scala è stata attribuita alla modifica dei cicli di produzione, con riduzione dei solventi, dei tempi e delle temperature di produzione delle farine proteiche prodotte mediante trattamento degli ovini morti di scrapie (malattia causata da prioni) e successivamente anche i bovini abbattuti per BSE, avvenuta in quegli anni nel Regno Unito per ridurre i costi di produzione. Le farine proteiche inglesi venivano esportate in altri Paesi come Portogallo, Francia, Irlanda, ecc. nei quali si sono maggiormente verificati i casi di malattia nel bovino.  

Nel 1996 in Inghilterra l’osservatorio per la malattia di Creutzfeldt-Jakob di Edimburgo, malattia da prioni come la BSE, ben conosciuta nell'uomo, ha reso pubblici 10 casi umani di malattia atipica (vCJD) manifestatisi nel corso del 1994 e 1995.

L’infezione nell’uomo si distingue dalla sindrome di Creutzfeld-Jakob classica (CJD), per la quale risultano attesi 1,5 decessi per ogni 1.000.000 di abitanti per anno, per il tempo di incubazione che risulta essere nettamente più breve nella variante di provenienza bovina (nvCJD) (5-15 anni contro i 15-30) e per l’evoluzione più rapida. L’età media di comparsa nell’uomo della malattia acquisita dal bovino è intorno ai 29 anni, contro i 65 della forma classica che ha una origine sporadica o ereditaria.

In Italia standard più severi nella produzione di farine proteiche destinate all'alimentazione animale e abitudini alimentari diverse, caratterizzate dal consumo di carni tal quali e quindi necessariamente provenienti da bovini giovani (il vitellone viene macellato mediamente tra i 16 ed i 20 mesi, il vitello intorno ai 6 mesi di età) che non hanno ancora potuto sviluppare la malattia, hanno consentito di ridurre notevolmente l'impatto della malattia rispetto ad altre realtà dove è maggiore il consumo di preparazioni carnee (meat pie) nelle quali venivano utilizzate tutte le parti del sistema nervoso dell'animale.  

A parte dai primi anni 2000 la UE ha introdotto una serie di misure a tutela del consumatore, sotto il diretto controllo dei Veterinari ufficiali in allevamento e presso i macelli, a tutt'oggi in vigore:

- la conferma ed il controllo sul divieto di somministrare ai ruminanti proteine animali;

- standard molto più elevati per il trattamento di spoglie animali;

- la rimozione e distruzione del materiale a rischio (cioè midollo spinale, la testa su tutti gli animali di età maggiore di 1 anno , ecc.);

- misure di controllo attivo per individuare casi di BSE, inclusa l'introduzione di test sui bovini e ovi-caprini a rischio.

Queste misure hanno consentito di eradicare la patologia: dagli oltre 37000 bovini colpiti da BSE nel Regno Unito nel 1997 si è arrivati ai 6 riscontrati nel 2015 in tutta Europa. In Italia gli ultimi casi di animali positivi risalgono al 2009.

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Sul sito della OIE è possibile verificare la distribuzione dei casi di BSE nei bovini per i diversi Paesi

Leggi sul sito dell'ISS l'incidenza annuale dei casi della malattia Creutzfeld-Jakob in Italia 

Consulta il Centro di referenza nazionale per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie animali e neuropatologie comparate (CEA)

Ri-classificazione della Francia quale Paese a Rischio Controllato per BSE

PROMEMORIA SUI PROVVEDIMENTI DA APPLICARE AL MACELLO PER BSE/EST OVICAPRINE