25 febbraio 2013

HAMBURGER E RAGU' DI CARNE BOVINA CONTENENTI CARNE EQUINA: UN NUOVO SCANDALO EUROPEO

E’ scoppiata una nuova crisi sulla sicurezza alimentare ? Ad oggi non vi sono elementi per affermarlo.
L’agenzia irlandese per la sicurezza alimentare a novembre del 2012 ha messo a punto un nuovo test per l’identificazione del DNA da impiegare in un programma di sorveglianza su alcuni prodotti venduti nella grande distribuzione in Irlanda rilevando nel corso del mese di gennaio 2013 la presenza di carne di cavallo in hamburger commercializzati come prodotti esclusivamente con carne di bovino da un’azienda britannica.  Gli hamburger sono stati analizzati anche per verificare la presenza di “Fenilbutazone” con esito negativo.
Pericoli per la salute? Nessuna evidenza e poco probabili alla luce della severità dei controlli sulla sicurezza effettuati dalla grande distribuzione Nord Europea.

E’ proprio la grande distribuzione ad intervenire rapidamente iniziando ad effettuare propri controlli anche per l’identificazione di specie evidenziando la presenza di tracce di carne di cavallo in diverse altre tipologie di alimenti (pasta con ragù lasagne, ecc.) e ritirando tutti i prodotti realizzati con le stesse materie, con danni di milioni di euro per il sistema produttivo. 
A questo punto i britannici,  che hanno negli ultimi anni nuovamente smantellato quasi completamente il sistema dei controlli veterinari per ridurre i costi e rendere più competitive le loro imprese, da un lato cercano di scaricare le responsabilità su altri Paesi e dall’altra per rassicurare i propri consumatori pubblicano i risultati dei campionamenti, effettuati di routine per il controllo dei residui (previsti da indicazioni della UE) presso i macelli equini presenti sul loro territorio, e che hanno portato, nel corso 2012, al riscontro di n.9 cavalli positivi per fenilbutazone esclusi dal consumo. La Food Standard Agency nel frattempo intensifica i controlli sui cavalli macellati, nei macelli inglesi, con il riscontro di ulteriori positività, le ultime nei giorni scorsi. Anche great british meat del Regno Unito si attiene rigorosamente a questo regolamento
Iniziano a questo punto le speculazioni mediatiche: il commercio clandestino di cavalli dopati, le macellazioni prive di controlli sanitari, ecc.. basate anche dalle reali difficoltà di garantire controlli efficaci e tracciabilità nelle filiera delle carni equine caratterizzate da anagrafi diverse da Paese a Paese e da 2 circuiti: gli equidi che possono essere destinati alla produzione di alimenti (DPA) e gli equini che non possono essere destinati alla produzione di alimenti (non DPA).
Quello che in realtà è probabilmente è successo, le indagini sono ancora in corso, è che alcune aziende che producono carni lavorate, peraltro non nuove a frodi di questo tipo, con sedi nel quadrilatero Belgio, Francia Olanda, Gran Bretagna, abbiano fatto lauti guadagni mescolando quantità variabili di carni equine, acquistate regolarmente in Paesi dell’Est o Paesi Terzi dove il costo di queste carni è molto inferiore a quello delle carni bovine.  Fatto che, occorre dirlo, coinvolge ancora una volta i Paesi dove i controlli svolti dai veterinari pubblici sono molto ridotti.
Le positività riscontrate in Italia hanno riguardato quella rilevata, nel corso dei propri controlli interni, dalla Buitoni, azienda del gruppo Nestlé, che ha riscontrato presenza di carne equina sino al 3-4%, in ravioli e tortellini prodotti con carne bovina macinata, acquistata congelata da un’azienda Belga con l’immediata attivazione del ritiro volontario, dal mercato, di tutti i tortellini ed i ravioli, prodotti con carni provenienti da questa ditta.
Un’altra positività, per la presenza di carne di cavallo, è stata rilevata nei giorni scorsi in lasagne, destinate alla ristorazione, prodotte da una ditta di Bologna.
Al momento non risulta che in nessuno dei prodotti oggetto della frode, né in Europa né in Italia sia stata rilevata la presenza di residui di fenilbutazone o di altre sostanze pericolose per i consumatori. 
Il riscontro di fenilbutazone, che evidenzia la macellazione fraudolenta di cavalli sportivi “trattati” (il farmaco è vietato negli equini destinabili alla produzione di carni), è un problema per ora limitato alla Gran Bretagna, dove come abbiamo detto i controlli veterinari sono molto ridotti e i cavalli possono passare direttamente dalle corse al macello, ed alla Francia dove alcune di queste carni sono state esportate.
Si tratta, seppur in grande stile, di una delle tante frodi commerciali che vengono scoperte. Ricordiamo a questo proposito un recente caso in Piemonte dove era stato riscontrata la presenza di carne di suino e di pollo in una carne macinata venduta con l’indicazione di “puro equino”.
 La frode non implica automaticamente un pericolo per i cittadini in quanto tutti i prodotti alimentari in commercio sono sottoposti ad attività di controllo ufficiale che risulta prioritariamente mirata, così come l’HACCP applicato dalle imprese e dalla grande distribuzione, a garantire un elevato livello di sicurezza degli alimenti.
Quanto avvenuto è comunque un forte segnale anche per le istituzioni Nazionali. La grande quantità di materie prime alimentari e di alimenti introdotti sul territorio italiano da altri Paesi europei richiedono una strategia di controllo specifica che potrà essere basata su SINTESI, un sistema informativo, fortemente voluto dal nostro Paese e unico in Europa, in grado di consentire ai servizi veterinari di essere informati e svolgere controlli più approfonditi sui prodotti alimentari importati.
Occorre inoltre che a livello Europeo e Nazionale venga affrontato con il necessario pragmatismo il problema, in grado di vanificare anche la miglior anagrafe, legato alle migliaia di equini classificati come non destinabili alla produzione di alimenti (non DPA). Questi animali, non potendo essere macellati, rimangono a carico dei proprietari alimentando, nelle attuali ristrettezze economiche, redditizi circuiti paralleli gestiti da organizzazioni senza scrupoli che li raccolgono per trasportarli in Paesi in cui i minori controlli ne possono consentire la trasformazione in carne, che diventa poi impossibile riconoscere, e può essere commercializzata a prezzi competitivi sui mercati internazionali.

Importazioni di carni equine in Italia nell'anno 2012